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Trento, 16 novembre 2007
NASTRO DEL PORFIDO, ORA TOCCA ALLA POLITICA
Per il consigliere verde Roberto Bombarda si tratta «di un’idea estremamente interessante, possibile svolta storica
per il settore cave». Chiede alla Provincia uno studio approfondito

da l’Adige di venerdì 16 novembre 2007

«Abbiamo fatto il distretto del porfido? Bene: il nastro trasportatore per portare lo scarto a Trento è qualcosa di concreto per strutturarlo veramente, oltre ai cartelli che lo enunceranno sul territorio».

Roberto Bombarda, consigliere provinciale dei Verdi, si «iscrive» senza tentennamenti al club dei sostenitori del nastro.

«Ho letto di che si tratta su l’Adige ed i promotori sono venuti di persona ad illustrarmi il progetto - racconta Bombarda - Ebbene, si tratta di un’idea estremamente interessante che potrebbe davvero ridurre in modo significativo il traffico pesante in Valle di Cembra e dare il "la" ad una nuova stagione dell’attività estrattiva in Trentino».

Bombarda nel valutare quanto gli è stato sottoposto, cerca di mantenersi neutrale, non disdegnando il ruolo di avvocato del diavolo. «La validità dell’idea per la rilevanza che ha, richiede ovviamente tutti gli approfondimenti del caso, anche perché qualche limite lo presenta - rimarca il consigliere verde -. I privati comunque hanno già fatto molto, proponendola e raccogliendo dati e informazioni che consentono di dire in prima approssimazione che può essere realizzata. Ora è la politica che deve fare la sua parte».

Sull’imperativo il consigliere verde non ha dubbi: «A questo punto - ribadisce - ritengo un atto dovuto della politica, quello di approfondire la questione. La Provincia dovrà affidare uno studio serio ad esperti del settore o all’Università». Non si esaurisce però alla fase della fattibilità tecnica del nastro trasportatore, il compito che Bombarda attribuisce alla politica. «Come detto l’idea è bellissima, ma con dei limiti. Il più grande, a mio avviso, è l’incognita su come organizzare la raccolta dello scarto a monte e su cosa ne sarà quando verrà portato a valle.

Un intervento della politica si imporrà per convincere (magari con incentivi) o obbligare (con una legge) i cavatori ad aderire al progetto».

Per Bombarda, infatti, il vero costo dell’operazione nastro non sono i 32 milioni di euro necessari a realizzarlo: «Considerato che in 20 anni il sistema si paga da solo e che in Trentino siamo abituati ad onerosissimi contributi sugli impianti da sci praticamente a fondo perduto e in perdita, l’investimento non si discute. Il vero investimento, semmai, andrà fatto per mettere d’accordo tutti gli operatori che ruotano attorno al porfido per convincerli della bontà del progetto».

Al consigliere verde non sfuggono le ulteriori, benefiche conseguenze che si potrebbero aprire grazie al nastro trasportatore, per il settore del porfido trentino: «Esso renderebbe possibile una svolta storica per l’industria mineraria della nostra provincia, ossia la limitazione dell’inquinamento, un controllo serio sui quantitativi di materiale lavorato grazie ai conferimenti degli scarti ed uno sfruttamento completo del porfido attraverso la lavorazione degli stessi scarti.

E cos’è questa se non la filiera del porfido che rappresenta l’obiettivo per cui la Provincia ha varato il distretto del porfido?». Qualcuno però potrebbe rimetterci.

Gli autotrasportatori ad esempio... «Può essere vero, ma solo in parte - conclude Bombarda -. Il tempo risparmiato dai camion tra salire e scendere da Albiano potrebbe essere "investito" nella movimentazione degli scarti in pianura. Se poi gli scarti si trasformeranno in prodotti da immettere sul mercato, servirà qualcuno che li trasporti...».

 

     

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